Una cosa dell'altro mondo
testo di Gregorio Curto – disegni di Antonella Barbafiera

 

E’ una notte d’inverno fredda e tersa

che da molte altre in nulla par diversa,

Andrea il pastor col figlio suo Giovanni,

come è solito ormai da molti anni,

 

presso un gran fuoco veglia sul suo gregge

che da lupi voraci ben protegge.

“Papà – sbotta d’un tratto il ragazzino,

che emozionato gli si fa vicino –

 

guarda lassù tra le stelle di Orione

che grande luce e che rara visione!”.

Altri curiosi intanto nel gran gelo

hanno fissato il loro sguardo al cielo,

 

 

 

 

dove splendente ai semplici pastori

una gran schiera di angeli cantori

appare ad annunziar: “Sia in terra pace

e gloria in cielo, come a Dio più piace:

 

in Betlem nato è il vostro Salvatore

che in una grotta sta, Cristo Signore;

motivo certo di perenne gioia,

lo troverete in una mangiatoia”.

 

Affretta il passo Andrea col figlioletto

e nella grotta, come è stato detto,

in una mangiatoia con gran stupore

trova in fasce del mondo il Salvatore.

 

* * *

 

Bianche le strade e i tetti delle case

da un’abbondante nevicata invase;

il piccolo Giovanni dà la mano

al padre Andrea che attento, piano piano,

 

si incammina con lui verso la chiesa.

Prima di mezzanotte è lì che è attesa

una gran folla esuberante e in festa

che vorrà a lungo rimanere desta.

 

“Sono stanco, papà, perchè non porti

sulle tue spalle, che son larghe e forti,

me che vedi sfinito ad assonnato

per l’ora tarda e molto affaticato?”.

 

 

“Quasi ci siamo – dice Andrea – cammina,

la cattedrale è ormai proprio vicina;

la notte santa che per noi si appresta

sarà notte di gaudio e di gran festa”.

 

La mamma intanto a casa con affetto

tien tra le braccia un altro figlioletto:

di Giovanni il neonato fratellino

è un piccolo – anche lui – Gesù Bambino.

 

Una nascita a Beltlem nel passato

dà senso e luce ad ogni nuovo nato:

dell’altro mondo, se guardiamo a fondo,

è una cosa venuta in questo mondo.

 

 

 

Natale 2009