Questo è
un fatto, che accadde veramente tanto tempo fa, in un periodo in cui gli uomini
stavano con le armi in mano e si battevano tutti ferocemente.
Io ero ancora molto giovane e se ci fosse stata la pace avrei potuto essere già
un Lupetto.
Ma di queste cose non si parlava ancora.
Ricordo che aveva nevicato di fresco ed ero tutto contento perchè l’indomani non
avrei dovuto andare a scuola, dato che era la vigilia di Natale.
Le tenebre stavano calando rapide e c’era un freddo vento che veniva tagliente
dalla Gusela del Vescovà e prendeva via Simon da Cusighe proprio d’infilata, ma
io pensavo al presepio che avrei preparato con le sorelline e forse con papà,
alle buone cose che avrebbero preparato mamma e nonna e cercavo d’individuare
cosa ci avrebbe portato in dono il buon Bambino Gesù; chissà se mi avrebbe messo
anche il carbone per il dispetto fatto a Paola il giorno prima?
E mentre pensavo non facevo caso al freddo e al vento. Così in un baleno mi
trovai davanti a casa.
Davanti alla casa dove abitavo, era un posto di blocco tedesco che dominava il
ponte Nuovo e mentre m’infilavo nel portone vidi che la neve vi si era
ammucchiata contro e che c’erano solo due soldati intirizziti, mentre di solito
erano in tre.
Il terzo lo trovai nell’androne appoggiato al muro dietro il quale funzionava e
credo funzioni ancora, è tanto che sono andato via da quei posti, il forno del
Signor Bianchet.
Mi guardò mentre mi slanciavo su per le scale e lo vidi sospirare, lo sbirciai
dal pianerottolo e solo allora, dopo mesi che gli passavo davanti ogni giorno,
notai la sua figura stanca e emaciata.
Proprio allora il soldato venne squassato da un convulso di tosse e mentre si
copriva la bocca con la mano che non reggeva il fucile, notai brillare la sua
fede d’oro.
Smisi di guardarlo ed entrai a casa.
Subito le sorelline mi vennero incontro festose e mi riempirono la testa di
domande sul presepio e raccontandomi dli pontagruelici dolci che la nonna aveva
elaborato con rara perizia.
Con materie prime fuori del comune "pensa fratellone!" mi dicevano "la nonna ha
anche della farina vera!".
Così dimenticai il tedesco nell’androne e mi dedicai la sera stessa ed il giorno
successivo alle mille cose della Vigilia. Finché a sera, tutti allegri, ci
mettemmo a tavola e perché ero stato il più bravo mi sedetti io vicino a papà,
mentre le sorelline che avevano fatto un po’ le bizze stavano fra me e la mamma.
Papà ad un tratto riempì i bicchieri e disse: " In una notte come questa nacque
il Redentore: Alleluja" ed alzò il suo bicchiere e mentre lo alzava l’anello che
aveva al dito brillò. Questo mi fece ricordare il tedesco che tossiva il giorno
prima nell’androne, allora mi domandai come mai aveva un anello uguale a quello
di papà.
Ma certo! Che sciocco ero, lo aveva perché tutti gli nomini sposati ce l’hanno.
E tutti gli uomini sposati hanno dei bambini. Chissà dove aveva i suoi bambini
il soldato tedesco e quanto soffriva a non esser loro vicino, chissà poi se
aveva ancora i suoi bambini e se erano morti come i miei compagni di scuola
Giulio e Carlo.
Allora mi accorsi che solo io non avevo bevuto in onore del Natale e che tutti
mi guardavano.
Dissi loro ciò che avevo pensato.
Mio padre mi guardò un po’ serio serio, poi rise e disse: “Bene, vedo che
finalmente sei riuscito a trovare un sistema originale per sciogliere il nodo
che hai nel tuo fazzoletto da naso (in mancanza di un fazzoletto da collo
bisogna ricorrere a questi trucchi per le B.A. provate anche voi), chiamalo
su se c’è ancora”.
C’era ancora, ma non volle salire.
Dall’androne poteva vedere la strada e continuare a fare il suo dovere e poi,
forse, non capiva l’italiano e il perchè lo volessi far salire di sopra.
Tornai alquanto deluso. Ma mio padre aveva già immaginato tutto e mi porse
piatto con dei dolci, un bicchiere di vino ed il suo pacchetto di sigarette.
Con queste cose mi ripresentai al soldato dicendogli « Buon Natale », mi guardò
sorpreso, poi sorrise e mi disse qualcosa nella sua lingua e, mentre prendeva i
doni mi fece una carezza proprio come il mio papà.
Uscì subito in strada e vidi che divideva dolci e le sigarette con i suoi
commilitoni.
Allora presi il piatto ed il bicchiere vuoti e tornai su da papà a raccontargli
come era andata.
Mio padre stette a sentire mentre si caricava la pipa e poi borbottò: " Bene,
questo è proprio un buon Natale, ed ora... a letto figlioli!".
Per gentile concessione di
http://www.baden-powell.it/Racconti/Un-Natale-di-guerra.htm