GIUSEPPE E IL PASTORE
Quella notte d'inverno, fredda e rigida, Giuseppe cercava disperatamente
qualcosa che potesse riscaldare sua moglie e il figlio appena nato. Era andato
di casa in casa, aveva bussato a tutte le porte, ma nessuno gli aveva dato un
po' di carbone o una fascina di legna.
Camminò fino ad essere esausto. Quando oramai credeva inutile ogni ricerca
scorse in un campo un bagliore di fuoco. Corse verso di esso. Un gregge di
pecore si riscaldava intorno alla fiamma mentre un vecchio pastore lo
sorvegliava. Quando il pastore, che era un vecchio scorbutico, vide
avvicinarsi il forestiero afferrò il lungo bastone ferrato e glielo scagliò
contro. Giuseppe non fece una mossa per scansarlo, ma prima che lo
raggiungesse il bastone deviò la traiettoria e cadde a terra innocuo.
Giuseppe si avvicinò al pastore e disse gentilmente: «Ho bisogno di aiuto:
per favore posso prendere alcuni carboni ardenti? Mia moglie ha appena messo
al mondo un bambino e devo accendere un fuoco per riscaldarli».
Il pastore avrebbe preferito rifiutare, ma vedendo che Giuseppe non aveva
niente per trasportare le braci volle prendersi gioco di lui: "Prendine
quanti ne vuoi," disse.
Giuseppe, senza scomporsi, raccolse le braci a mani nude e le mise nel suo
mantello come se fossero nocciole o mele.
Il pastore disse meravigliato: «Che notte è mai questa?».
Pieno di
curiosità seguì Giuseppe e giunse così alla stalla dove c'erano Maria e il
bambino adagiato sulla fredda paglia.
Il suo cuore si intenerì. Per la prima volta provò il grande desiderio di
offrire qualche cosa.
Tirò fuori dallo zaino una morbida pelle di pecora e la offrì a Giuseppe
perché vi avvolgesse il bambino. In quel momento i suoi occhi si aprirono e
vide gli angeli e la gloria di Dio che circondava la mangiatoia dove il
bambino sorrideva contento.
Il pastore si inginocchiò tutto felice perché aveva capito che in quella
notte il suo cuore si era aperto all'amore.
Dio ci vuote incontrare
Il racconto è un invito a lasciare cadere la cattiveria e l'indifferenza
che ci riempie il cuore. Guardiamo alla grotta di Betlemme come al luogo
dell'incontro di Dio con l'uomo.
« Dio ha tanto amato gli uomini da mandare il suo figlio Gesù, perché chi
crede in Lui ha la vita eterna».
PREGHIERA
Tu lo sai, Signore:
dietro la maschera
della nostra indifferenza
c'è un cuore che ti aspetta.
Dietro la maschera
del nostro orgoglio
c'è il volto
di uno che ha paura
di proclamare la sua fede.
Tu, Signore,
sei colui che smaschera.
Tu togli i travestimenti
e fai apparire
la verità nascosta
nel cuore degli uomini.