Viene, viene la Befana vien dai monti, è notte fonda; com'è stanca e la circonda neve, gelo e tramontana, viene, viene la Befana. Ha le mani al petto in croce e la neve è il suo fardello, il gelo il suo mantello ed il vento la sua voce; ha le mani al petto in croce. Lei si accosta piano piano alla villa e al casolare, a guardare e a osservare, or più presso or più lontano piano piano, piano piano. Che c'è dentro questa villa? Guarda, guarda, tre lettini con tre bimbi a nanna buoni. Guarda, guarda ai capitoni c'è tre calze lunghe e fini, oh, tre calze e tre lettini. Un lumino brilla e sale e ne scricchiolan le scale, il lumino brilla e scende e ne palpitan le tende. Chi mai sale e chi mai scende? Coi suoi doni mamma è scesa, sale con il suo sorriso e il lumino le arde in viso come lampada da chiesa. Coi suoi doni mamma è scesa. Ma che c'è nel casolare? Guarda, guarda tre strapunti con tre bimbi a nanna buoni tra la cenere e i carboni, c'è tre zoccoli consunti; oh, tra scarpe e tre strapunti! La Befana vede e sente, fugge al monte ch'è l'aurora, quella mamma piange ancora su quei bimbi senza niente. La Befana vede e sente. La Befana sta sul monte, ciò che vede e ciò che vide, c'è chi piange e c'è chi ride, essa ha nuvoli alla fronte, mentre sta sul bianco monte. |