di Jakob e Wilhelm Grimm
C'era una volta una cara
ragazzina; solo a vederla le volevan tutti bene, e specialmente la nonna, che
non sapeva più cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto
rosso, e, poiché le donava tanto ch'essa non volle più portare altro, la
chiamarono sempre Cappuccetto Rosso.
Un giorno sua madre le disse:
- Vieni, Cappuccetto Rosso, eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino,
portali alla nonna; è debole e malata e si ristorerà. Mettiti in via prima che
faccia troppo caldo; e, quando sei fuori, va' da brava, senza uscir di strada;
se no, cadi e rompi la bottiglia e la nonna resta a mani vuote. E quando entri
nella sua stanza, non dimenticare di dir buon giorno invece di curiosare in
tutti gli angoli.
-Farò tutto per bene, - disse Cappuccetto Rosso alla mamma e le diede la mano.
Ma la nonna abitava fuori, nel bosco, a una mezz'ora dal villaggio. E quando
giunse nel bosco, Cappuccetto Rosso incontrò il lupo. Ma non sapeva che fosse
una bestia tanto cattiva e non ebbe paura.
- Buon giorno, Cappuccetto Rosso, - egli disse.
- Grazie, lupo.
- Dove vai cosi presto, Cappuccetto Rosso?
- Dalla nonna.
- Cos 'hai sotto il grembiule?
- Vino e focaccia: ieri abbiamo cotto il pane; così la nonna, che è debole e
malata, se la godrà un po' e si rinforzerà.
- Dove abita la tua nonna, Cappuccetto Rosso?
- A un buon quarto d'ora di qui, nel bosco, sotto le tre grosse querce; là c'è
la sua casa, è sotto la macchia di noccioli, lo saprai già, - disse Cappuccetto
Rosso.
Il lupo pensava: " Questa bimba tenerella è un grasso boccone, sarà più saporita
della vecchia; se sei furbo, le acchiappi tutt'e due". Fece un pezzetto di
strada vicino a Cappuccetto Rosso, poi disse:
- Vedi, Cappuccetto Rosso, quanti bei fiori? perché non ti guardi intorno? Credo
che non senti neppure come cantano dolcemente gli uccellini! Te ne vai tutta
contegnosa, come se andassi a scuola, ed è così allegro fuori nel bosco!
Cappuccetto Rosso alzò gli occhi e quando vide i raggi di sole danzare
attraverso gli alberi, e tutto intorno pieno di bei fiori, pensò: " Se porto
alla nonna un mazzo fresco, le farà piacere; è tanto presto, che arrivo ancora
in tempo ". Dal sentiero corse nel bosco in cerca di fiori. E quando ne aveva
colto uno, credeva che più in là ce ne fosse uno più bello e ci correva e si
addentrava sempre più nel bosco.
Ma il lupo andò difilato alla casa della nonna e bussò alla porta.
- Chi è?
- Cappuccetto Rosso, che ti porta vino e focaccia; apri. - Alza il saliscendi, -
gridò la nonna: - io son troppo debole e non posso levarmi.
Il lupo alzò il saliscendi, la porta si spalancò e, senza dir molto, egli andò
dritto a letto della nonna e la ingoiò.
Poi si mise le sue vesti e la cuffia, si coricò nel letto e tirò le coperte ..
Ma Cappuccetto Rosso aveva girato in cerca di fiori, e quando n'ebbe raccolti
tanti che più non ne poteva portare, si ricordò della nonna e S'incamminò. Si
meravigliò che la porta fosse spalancata ed entrando nella stanza ebbe
un'impressione cosi strana che pensò:
" Oh, Dio mio, oggi, che
paura! e di solito sto cosi volentieri con la nonna! " Esclamò:
- Buon giorno! - ma non ebbe risposta.
Allora s'avvicinò al letto e scostò le cortine: la nonna era coricata, con la
cuffia abbassata sulla faccia e aveva un aspetto strano.
- Oh, nonna, che orecchie grosse!
- Per sentirti meglio.
- Oh, nonna, che occhi grossi!
- Per vederti meglio.
- Oh, nonna, che grosse mani!
- Per meglio afferrarti.
- Ma, nonna, che bocca spaventosa!
- Per meglio divorarti!.
E subito il lupo balzò dal letto e ingoiò il povero Cappuccetto Rosso.
Saziato il suo appetito, si rimise a letto, s'addormentò e cominciò a russare
sonoramente.
Proprio allora passò li davanti il cacciatore e pensò: " Come russa la vecchia!
devo darle un'occhiata, potrebbe star male ".
Entrò nella stanza e, avvicinatosi al letto, vide il lupo.
- Eccoti qua, vecchio impenitente, - disse, - è un pezzo che ti cerco.
Stava per puntare lo schioppo, ma gli venne in mente che il lupo avesse mangiato
la nonna e che si potesse ancora salvarla: non sparò, ma prese un paio di
forbici e cominciò a tagliare la pancia del lupo addormentato. Dopo due tagli,
vide brillare il cappuccetto rosso, e dopo altri due la bambina saltò fuori
gridando:
- Che paura ho avuto! com'era buio nel ventre del lupo!
Poi venne fuori anche la vecchia nonna, ancor viva, benché respirasse a stento.
E Cappuccetto Rosso corse a prender dei pietroni, con cui riempirono la pancia
del lupo; e quando egli si svegliò fece per correr via, ma le pietre erano cosi
pesanti che subito s'accasciò e cadde morto.
Erano contenti tutti e tre: il cacciatore scuoiò il lupo e si portò via la
pelle; la nonna mangiò la focaccia e bevve il vino che aveva portato Cappuccetto
Rosso, e si rianimò; ma Cappuccetto Rosso pensava: " Mai più correrai sola nel
bosco, lontano dal sentiero, quando la mamma te l'ha proibito ".
Raccontano pure che una volta Cappuccetto Rosso portava di nuovo una focaccia
alla vecchia nonna, e un altro lupo volle indurla a deviare. Ma Cappuccetto
Rosso se ne guardò bene e andò dritta per la sua strada, e disse alla nonna di
aver incontrato il lupo, che l'aveva salutata, ma l'aveva guardata male:
- Se non fossimo stati sulla pubblica via, mi avrebbe mangiato.
- Vieni, - disse la nonna, - chiudiamo la porta, perché non entri.
Poco dopo il lupo bussò e gridò:
- Apri, nonna, sono Cappuccetto Rosso, ti porto la focaccia.
Ma quelle, zitte, non aprirono; allora Testa Grigia gironzolò un po' intorno
alla casa e infine saltò sul tetto, per aspettare che Cappuccetto Rosso, la
sera, prendesse la via del ritorno; l'avrebbe seguita di soppiatto, per
mangiarsela al buio. Ma la nonna si accorse di quel che tramava. Davanti alla
casa c'era un grosso trogolo di pietra, ed ella disse alla bambina:
- Prendi il secchio, Cappuccetto Rosso, ieri ho cotto le salsicce, porta nel
trogolo l'acqua dove han bollito.
Cappuccetto Rosso portò l'acqua, finché il grosso trogolo fu ben pieno.
Allora il profumo delle salsicce sali alle narici del lupo, egli si mise a
fiutare e a sbirciare in giù, e alla fine allungò tanto il collo che non poté
più trattenersi e cominciò a sdrucciolare: e sdrucciolò dal tetto proprio nel
grosso trogolo e affogò.
Invece Cappuccetto Rosso tornò a casa tutta allegra e nessuno le fece del male.
illustrazioni di Margareth Tarrant
nella traduzione di Carlo Collodi
C'era una volta in un villaggio una bambina, la più carina che si potesse mai vedere. La sua mamma n'era matta, e la sua nonna anche di pìù.
Quella buona donna di sua madre le aveva fatto fare un cappuccetto rosso, il quale le tornava così bene a viso, che la chiamavano dappertutto Cappuccetto Rosso.
Un giorno sua madre, avendo cavate di forno alcune stiacciate, le disse:
"Va' un po' a vedere come sta la tua nonna, perché mi hanno detto che era un po' incomodata: e intanto portale questa stiacciata e questo vasetto di burro".
Cappuccetto Rosso, senza farselo dire due volte, partì per andare dalla sua nonna, la quale stava in un altro villaggio. E passando per un bosco s'imbatté in quella buona lana del Lupo, il quale avrebbe avuto una gran voglia di mangiarsela; ma poi non ebbe il coraggio di farlo, a motivo di certi taglialegna che erano lì nella foresta.
Egli le domandò dove andava.
La povera bambina, che non sapeva quanto sia pericoloso fermarsi per dar retta al Lupo, gli disse:
"Vo a vedere la mia nonna e a portarle una stiacciata, con questo vasetto di burro, che le manda la mamma mia".
"Sta molto lontana di qui?", disse il Lupo.
"Oh, altro!", disse Cappuccetto Rosso. "La sta laggiù, passato quel mulino, che si vede di qui, nella prima casa, al principio del villaggio."
"Benissimo", disse il Lupo, "voglio venire a vederla anch'io. Io piglierò da questa parte, e tu da quell'altra, e faremo a chi arriva più presto."
Il Lupo si messe a correre per la sua strada, che era una scorciatoia, con quanta forza avea nelle gambe: e la bambina se ne andò per la sua strada, che era la più lunga, baloccandosi a cogliere le nocciuole, a dar dietro alle farfalle, e a fare dei mazzetti con tutti i fiorellini, che incontrava lungo la via.
Il Lupo in due salti arrivò a casa della nonna e bussò.
"Toc, toc."
"Chi è?"
"Sono la vostra bambina, son Cappuccetto Rosso", disse il Lupo, contraffacendone la voce, "e vengo a portarvi una stiacciata e un vasetto di burro, che vi manda la mamma mia."
La buona nonna, che era a letto perché non si sentiva troppo bene, gli gridò:
"Tira la stanghetta, e la porta si aprirà".
Il Lupo tirò la stanghetta, e la porta si aprì. Appena dentro, si gettò sulla buona donna e la divorò in men che non si dice, perché erano tre giorni che non s'era sdigiunato. Quindi rinchiuse la porta e andò a mettersi nel letto della nonna, aspettando che arrivasse Cappuccetto Rosso, che, di lì a poco, venne a picchiare alla porta.
"Toc, toc."
"Chi è?"
Cappuccetto Rosso, che sentì il vocione grosso del Lupo, ebbe dapprincipio un po' di paura; ma credendo che la sua nonna fosse infreddata rispose:
"Sono la vostra bambina, son Cappuccetto Rosso, che vengo a portarvi una stiacciata e un vasetto di burro, che vi manda la mamma mia".
Il Lupo gridò di dentro, assottigliando un po' la voce:
"Tira la stanghetta e la porta si aprirà."
Cappuccetto Rosso tirò la stanghetta e la porta si aprì.
Il Lupo, vistala entrare, le disse, nascondendosi sotto le coperte:
"Posa la stiacciata e il vasetto di burro sulla madia e vieni a letto con me".
Cappuccetto Rosso si spogliò ed entrò nel letto, dove ebbe una gran sorpresa nel vedere com'era fatta la sua nonna, quando era tutta spogliata. E cominciò a dire:
"O nonna mia, che braccia grandi che avete!".
"Gli è per abbracciarti meglio, bambina mia."
"O nonna mia, che gambe grandi che avete!"
"Gli è per correr meglio, bambina mia."
"O nonna mia, che orecchie grandi che avete!"
"Gli è per sentirci meglio, bambina mia."
"O nonna mia, che occhioni grandi che avete!"
"Gli è per vederci meglio, bambina mia."
"O nonna mia, che denti grandi che avete!"
"Gli è per mangiarti meglio."
E nel dir così, quel malanno di Lupo si gettò sul povero Cappuccetto Rosso, e ne fece un boccone.
La storia di Cappuccetto Rosso fa vedere ai giovinetti e alle giovinette, e segnatamente alle giovinette, che non bisogna mai fermarsi a discorrere per la strada con gente che non si conosce: perché dei lupi ce n'è dappertutto e di diverse specie, e i più pericolosi sono appunto quelli che hanno faccia di persone garbate e piene di complimenti e di belle maniere.